Passaggi
Il tema della quarta edizione di Biennale Democrazia – che si svolgerà a Torino dal 25 al 29 marzo 2015 – è Passaggi. Passaggi che possono fungere da collegamento fra due luoghi separati da un confine, un muro o una barriera – fisica, mentale o virtuale – ma che possono anche designare delle svolte, delle soglie al di là delle quali il mondo e la percezione che ne abbiamo muta, come accade per le fasi della vita degli individui o per le epoche storiche.
La scelta di questo tema permette di riflettere sulle grandi trasformazioni che segnano il nostro presente: Biennale Democrazia propone di osservarlo e di analizzarlo nell’atto della transizione, nel passaggio da uno stato a un altro, come in un fermo immagine, provando a coglierne le trasformazioni subìte – che hanno investito la politica, l’economia, la scienza e la tecnologia – e a prevedere le inevitabili ricadute sulla nostra vita e sulla coesistenza democratica.
Il tema Passaggi, situandosi contemporaneamente in una dimensione spaziale (intesa come spostamento fisico) e temporale (con riferimento ai passaggi storici) offre la possibilità di percorrere diversi filoni argomentativi e di riflettere sui fatti più significativi che caratterizzano l’attualità e che hanno segnato la storia. Come quello che riguarda gli spostamenti degli individui e le migrazioni. Siamo un’umanità in transito: quali sono le nostre rotte e le nostre destinazioni? Quanti i muri frapposti alla libertà di movimento e quali i confini che invece servono a offrire riparo?
Oggi viviamo in continuo movimento e in un tempo accelerato: aspettative, progetti e passioni hanno vita breve, le relazioni si costruiscono sull’immediatezza della comunicazione, il lavoro è in costante trasformazione, i prodotti culturali si consumano in fretta. Di fronte all’accelerata trasformazione cui è soggetta la nostra società, la politica sembra rimanere immobile, incapace di gestire fenomeni che richiederebbero interventi rapidi e radicali. Cresce, così, la sfiducia per i tempi lunghi delle decisioni, della burocrazia, della giustizia. Molteplici possibilità si aprono, al tempo stesso, a ogni passaggio: dalla crisi economica alle capacità previsionali dei Big Data, dalle grandi riforme che il nostro Paese deve affrontare alle scoperte della scienza, dai cambiamenti climatici alle rivoluzioni del mondo del lavoro e del Web. Quali le opportunità e quali i rischi?
Nel 2015 ricorre il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e il settantesimo anniversario della Liberazione: un’occasione per ripercorrere il “secolo breve” e interrogarsi sulla memoria pubblica e sulle amnesie collettive, sulle ferite della storia che non si cicatrizzano e sugli errori da non ripetere. In quale misura le milioni di vittime della Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale ci riguardano e impongono ai posteri un dovere di ricordarli? La memoria del dolore subìto e inferto, la gioia per il lascito della Liberazione, ci possono aiutare a impegnarci per un futuro migliore?