“Generazioni”, la lectio di Gustavo Zagrebelsky a BD
Vi proponiamo il testo integrale della lectio magistralis del presidente di Biennale Democrazia Gustavo Zagrebelsky, che si è tenuta giovedì 26 marzo, alle 10, al Teatro Carignano.
(Luoghi comuni) Questa oretta che passeremo tra noi è costruita sulla contrapposizione tra vita ed esistenza e si sviluppa attraverso l’esame di alcuni luoghi comuni sulle età della vita: vita individuale e vita sociale.
Una premessa: un luogo comune può essere “comune” solo se è semplice e se semplifica. Per semplificare deve essere unilaterale, cioè guardare le cose esclusivamente da un lato; mostrare qualcosa, ma occultare qualche altra cosa. Lo sguardo da più lati, o da tutti i lati, non porta a una visione comune, poiché ci sarà chi vede un aspetto e chi un altro. Vedere tutto e simultaneamente ciò che occorrerebbe per avere una visione completa, non è nelle nostre facoltà. Ciò nonostante, non possiamo accontentarci del primo sguardo. De-costruire luoghi comuni significa complicare e la complicazione rende inquieti, affatica, contrappone.
Semplificare, invece, tranquillizza ed è riposante. Riposante, sì, ma anche fuorviante e pericoloso. “Considerare le cose da tutti i lati” (v. 376), cioè complicare, è il monito che viene da Antigone. Chi guarda da un lato solo e non vuol sapere dell’esistenza d’altri lati ch’egli per il momento non vede, è un individuo pericoloso. Si lascia convincere dalle apparenze, poiché non sa scorgere ciò che le ombre nascondono. Così, traccia linee di separazione, dicotomie, tra vita e morte, genitori e figli, vecchi e giovani, la generazione che va e quella viene, appartenenza all’una e appartenenza all’altra, continuità e fratture: tutti temi centrali negli incontri di BD che si svolgono quest’anno sotto il segno della parola “passaggi”. […]