Conoscere la Germania per capire il nostro tempo

Passaggi d’epoca, transizioni, trasformazioni sociali e politiche: difficilmente esiste un Paese europeo che offra più spunti di riflessione della Germania. Da un punto di vista storico, il Novecento ha conosciuto momenti-chiave che l’hanno vista – nel bene e nel male – al centro della scena: le due guerre mondiali e la caduta del Muro di Berlino del 9 novembre ’89. Quanto alla riflessione sulla storia, nessun’altra società europea ha fatto «i conti con il passato» tanto quanto quella tedesca: la «politica della memoria» è una componente fondamentale della cultura democratica di quel Paese, non senza polemiche e accese controversie. Se guardiamo all’attualità politica, emerge con evidenza che le complesse dinamiche riguardanti l’Unione europea, attraversata attualmente da una profonda crisi, fanno perno sul ruolo di protagonista (e secondo alcuni analisti di «dominio», secondo altri di «egemonia riluttante») del suo Paese maggiore: la Repubblica federale tedesca, appunto. E uno sguardo al presente della società tedesca ci mostra tutte le potenzialità e le contraddizioni di una realtà dove risiede una grande comunità di stranieri, in particolare di origine turca: nuove forme di cittadinanza, limiti e virtù del multiculturalismo, nuove identità «ibride». Senza dimenticare il cambiamento di mentalità e comportamento in relazione alle forme di vita e consumo: il rispetto per l’ambiente è ormai un habitus radicatosi in profondità.

Un ottimo punto d’osservazione per cogliere questo insieme di trasformazioni – dai passaggi d’epoca ai nuovi stili di vita, dalla cura della memoria alla convivenza fra «diversi» – è senza dubbio Berlino, capitale e città-simbolo del Paese. Il Reichstag e il tracciato del Muro, i palazzi della nuova Potsdamer Platz e i blocchi di appartamenti della ex Berlino est, i quartieri alternativi (memorabili i suoi club notturni) e multiculturali come Kreuzberg che cambiano per la gentrification: tutta la città è un deposito di Storia (con la maiuscola) e di storie che sollecitano il visitatore come un giacimento di antichi reperti fa con l’archeologo. Reperti «vivi», in questo caso: spazi che ci parlano del passato e del presente, insieme. Di epocali svolte storiche, momenti-chiave come il 9 novembre, ma anche di processi lunghi, legati al convergere di enormi flussi di denaro dell’economia della globalizzazione nella città da ricostruire, dopo la riunificazione. I tanti «luoghi della memoria» presenti nella capitale tedesca, come ad esempio il Memoriale per gli ebrei sterminati dal nazismo, ci ricordano ciò che noi europei non dobbiamo dimenticare, se non vogliamo che accada di nuovo. E ci mostrano, contemporaneamente, come una società matura e democratica non debba occultare nulla degli errori e degli orrori del passato della propria nazione: consapevolezza della colpa che può e deve diventare responsabilità e impegno ad affermare i valori di libertà e giustizia.

Il passato – deve essere chiaro – non è una dimensione immune da conflitti. Al contrario: sull’interpretazione di ciò che è stato, la Germania ci ha abituati a memorabili controversie. Dallo Historikerstreit degli anni Ottanta, in cui Jürgen Habermas e altri discussero sul significato da dare al ricordo del nazismo (testi in italiano raccolti in un prezioso libro curato da Gian Enrico Rusconi), alle recentissime polemiche (è cronaca di questi giorni) relative all’elezione di un esponente del partito post-comunista die Linke a governatore del Land della Turingia. Per alcuni, l’elaborazione critica sul proprio passato compiuta da questa forza politica – lontana erede della Sed, il partito-stato che governò la Germania est – non è ancora sufficiente a rendere ammissibile che un suo esponente possa presiedere un governo regionale. Per altri, invece, l’elezione di un dirigente della Linke alla guida della Turingia rappresenta simbolicamente la piena integrazione della «nuova» Germania nella «vecchia» Repubblica federale, venticinque anni dopo la caduta del Muro. Un dibattito che, si può ipotizzare, continuerà a lungo e che, insieme a molti fra i temi qui accennati, verrà certamente ripreso negli incontri che Biennale democrazia 2015 dedicherà ad approfondire storia e significato di quel passaggio cruciale della storia recente che è stato il 9 novembre ’89. Una giornata, quella della caduta del Muro, che la città di Torino ha già ricordato attraverso l’evento al Teatro Regio che ha dato l’avvio alla serie di iniziative Torino incontra Berlino: conoscere meglio la Germania e la sua capitale è, oggi, un modo per avere più strumenti con cui capire le contraddizioni fondamentali del nostro presente, in Europa e nel mondo.

PRENOTAZIONI UNIVERSITARIE
L'Università di Torino, in collaborazione con Biennale Democrazia, ha stipulato un accordo per consentire la partecipazione alla quarta edizione, istituendo per gli studenti dei propri corsi di studio dei percorsi riservati.
IL TEMA 2015
Il tema della quarta edizione di Biennale Democrazia – che si svolgerà a Torino dal 25 al 29 marzo 2015 - é Passaggi. Passaggi che possono fungere da collegamento fra due luoghi separati da un confine, un muro o una barriera - fisica, mentale o virtuale - ma che possono anche designare delle svolte, delle soglie al di là delle quali il mondo e la percezione che ne abbiamo muta, come accade per le fasi della vita degli individui o per le epoche storiche.
GIOVANI E SCUOLE
Anche quest'anno, Biennale Democrazia offre agli studenti del triennio delle scuole superiori la possibilità di partecipare agli incontri della manifestazione. E' possibile fare richiesta di prenotazione dal 9 marzo alle ore 12 del 16 marzo, inviando una mail al seguente indirizzo scuole.bd@comune.torino.it, indicando: il titolo degli incontri desiderati, la classe, l'istituto, i recapiti telefonici e e-mail dell'insegnante, totale dei partecipanti.
ARCHIVIO MULTIMEDIALE
Oltre 200 ore di grandi lezioni, dialoghi, letture di classici e dibattiti che hanno avuto luogo nelle scorse edizioni di Biennale Democrazia sono adesso disponibili online.