Thyssen Opera Sonora: da racconto a memoria collettiva
di Sabrina Colandrea (Master in giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino)
“Se a Torino chiedi degli operai della Thyssen ti indicano il cimitero”, recita dal palco il direttore de “La Repubblica” Ezio Mauro, riprendendo il reportage firmato nel gennaio 2008, un mese dopo i fatti. Era la notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007 quando sette operai della “ThyssenKrupp” di Torino furono investiti dall’incendio provocato dalla fuoriuscita di olio bollente usato per raffreddare i laminati. Per la serata inaugurale di Biennale Democrazia, nella cornice del Teatro Regio, si è scelto di tenere viva la memoria delle vittime di una delle vicende di cronaca più note degli ultimi anni con la prima assoluta di “Thyssen. Opera Sonora”, per la regia di Pietro Babina e con le musiche di Alberto Fiori.
Uno spettacolo dalla scenografia minimale, fatto quasi solo di suoni e voci: quelle di chi è rimasto, come Giovanni Pignalosa, operaio sopravvissuto all’Inferno, o come la moglie di Rocco Marzo, morto pochi giorni prima di andare in pensione, interpretata da Alba Rohrwacher. Il pubblico ha mostrato di gradire l’opera, tramutando degli applausi sempre più scroscianti in una standing ovation, a testimonianza di un ricordo ancora vivo.
Con le parole di Mauro: “Al cimitero hanno messo le sigarette sopra ogni tomba. Un pacchetto di Diana per Angelo, due sigarette sciolte vicino alla fotografia di Antonio, una sulla sciarpa di Roberto, le Marlboro per Giuseppe e per Rosario. Subito non capisco, poi sì. I ragazzi di oggi non comprano più le sigarette, ma i ragazzi operai sì, le hanno sempre in tasca. Metterle lì, tra i fiori dei morti, è un modo per riconoscerli, per renderli visibili”.